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Una volta imparato a scrivere durante il periodo scolare la scrittura diventa un gesto automatizzato e non si presta più attenzione a come si tracciano i vari segni, ma al contenuto che si vuole trasmettere. La scrittura in questo modo diventa un test proiettivo della nostra personalità che indaga sui processi inconsci: senza accorgercene personalizziamo in modo più o meno accentuato la forma o il modo di collegare tra loro le lettere e la scrittura diventa come uno specchio del nostro vissuto, ci caratterizza, fa parte di noi (come può esser il modo in cui gesticoliamo, ridiamo, andiamo in macchina, ecc.).
Sorge una domanda: cosa penserebbe la nostra cara maestra delle elementari se vedesse la nostra scrittura talvolta così diversa rispetto al modello calligrafico? Ci strapperebbe il foglio urlandoci di scrivere meglio? Ci consiglierebbe di andar da una rieducatrice della scrittura? Se la maestra fosse anche una grafologa professionista (una volta valutata l’assenza di problemi grafo motori, si veda per questo Rieducazione della scrittura) sarebbe decisamente contenta ed orgogliosa di noi, dei suoi bambini diventati grandi: è del tutto naturale e fisiologico che crescendo modifichiamo non solo il nostro fisico e il nostro carattere ma anche il nostro modo di scrivere!
Il principio alla base della grafologia risiede nel fatto che la grafia vergata in modo spontaneo lascia nero su bianco dei segni, delle tracce, altamente identificatori che distinguono non solo la scrittura di una persona rispetto ad un’altra ma anche la differente personalità.
Se osserviamo attentamente la nostra scrittura e quella di chi ci sta vicino notiamo che non è mai uguale…perché? Perché la scrittura è figlia di fenomeni centrali e periferici del cervello. Scrivere è un’attività complessa e non esiste una sola zona del cervello a questa deputata ma è frutto della combinazione di differenti aree (ad es. area di Broca, area di Wernicke) e di diversi strati legati ai centri nervosi (Pallido, Striato, Cortex). La grafologia, proprio perché è in grado di descrivere le funzioni più sottili del cervello, è anche definita come una “elettroencefalografia”: attraverso la lettura dei messaggi che il cervello registra in forma di tracciato grafico descrive la struttura e il comportamento del sistema cognitivo e sensoriale, del sistema neuromotorio e di quello osteomuscolare.
In conclusione non esistono due persone con scritture identiche perché non esistono due cervelli uguali ed è perfettamente normale che la nostra scrittura possa variare e porti i segni delle emozioni che proviamo e delle esperienze che facciamo (ad es. può variare la scrittura dopo un parto, un lutto, a seguito dell’assunzione di determinati medicinali, se siamo particolarmente stanchi o preoccupati, ecc.).
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